domenica 26 novembre 2017

Pitali selvaggi e cateteri al vento.

Qualche tempo fa, mi sono ritrovato nella buca della posta, codesta amenissima corrispondenza, di cui vi ragguaglio: innanzitutto, l'intestazione della busta: SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA/Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna - Istituto delle Scienze Neurologiche/Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (ohibò!) - Dipartimento Oncologico/UOC Psicologia Ospedaliera (in precedenza avevo ricevuto, negli anni passati, inviti a partecipare a campagne di prevenzione contro il tumore al colon, per cui, inizialmente, pensavo si trattasse di qualcosa del genere, ed invece...), la missiva è datata 23 ottobre u.s., in calce, oltre all'indirizzo della sede legale dell'Azienda USL di Bologna in via Castiglione 29 (guarda caso è proprio l'Azienda USL ad elargirmi il mio rimborso spese mensile, per via del tirocinio "terapeutico" che attualmente sto effettuando presso la Cooperativa Sociale Agriverde, sita in seno alla sede dell'ASL S.Camillo, località Le Mura S.Carlo/La Cicogna, presso San Lazzaro di Savena/BO), vi è anche quello dell'UOC Psicologia Ospedaliera, reparto dell'Ospedale Bellaria di via Altura 3 (il mio sarà un eccesso di dietrologia, però non posso fare a meno di notare che proprio il Bellaria è incluso nel percorso dell'autobus 90, che uso quando mi debbo recare ad Agriverde), in aggiunta all'indirizzo mail della dottoressa responsabile, Simona Cappelletti, nome che non mi è del tutto nuovo. Ma veniamo all'oggetto della lettera, il cui testo, così recita: "Egregio sig. (...), la informiamo che presso la sede della Unità Operativa Complessa di Psicologia Ospedaliera del Dipartimento Oncologico dell'AUSL di Bologna, intendiamo svolgere una ricerca scientifica (!) che si propone di verificare se esiste una relazione tra emissione di biofotoni (emissioni debolissime di energia luminosa non percepibili dall'occhio umano) e benessere percepito (sarà dovuto alla mia totale ignoranza in materia, ma non solo mi sfugge il senso di tutto ciò, ho persino un vago sentore di bufala)." La lettera prosegue: "Gli studi di fisica quantistica (nientepopodimenochè!) hanno evidenziato che ciascuna persona emette biofotoni (ma và!) la cui quantità varia in relazione allo stato di benessere percepito." Il periodo seguente è addirittura evidenziato in grassetto: "La nostra ricerca ha carattere puramente conoscitivo e potrebbe contribuire al miglioramento delle conoscenze attuali (e su questo non ci piove, ci grandina!), in quanto, ad oggi, non è possibile ipotizzare benefici per i soggetti partecipanti (ma quali mai dovrebbero essere, questi ipotetici benefici, lo scopo finale, sarebbe per caso quello di provocare una sensazione di benessere fittizio nelle persone, tramite l'emissione di piccole radiazioni luminose? Ma che totale idiozia, se ho visto giusto!)". Procediamo oltre: "Il Suo nome, assieme a quello di altri cittadini, è stato estratto a caso (mah, ripensando alle mie riflessioni iniziali, avrei qualche dubbio in proposito) dalle liste dell'Anagrafe sanitaria dell'AUSL di Bologna. Le riassumiamo di seguito le informazioni sulla ricerca che crediamo Le possano essere utili nella sua decisione di collaborare o meno (bah!). Le fasi che descrivono la presente ricerca, possono essere così sintetizzate: 1) reclutamento (mi ricorda il servizio di leva) su base volontaria (e ci mancherebbe!) di 300 persone di età compresa fra 18 e 69 anni (e già questo implica una preselezione iniziale, alla faccia della presunta casualità!) selezionati casualmente (e ci risiamo!) dall'Anagrafe Sanitaria (...); 2) alle persone aderenti alla ricerca verrà proposto un appuntamento per la rilevazione di biofotoni, attraverso l'utilizzo di una macchina fotografica (tipo quelle integrate negli smartphone, magari!) e di una telecamera che, con tecnologia appositamente sviluppata dalla NASA ... (a NASO, direi proprio che a questi qua, gli sia andato decisamente il cervello in orbita, peggio della sega, ops, saga di "Guerre stellari"!), rileva le emissioni di biofotoni. Il tempo necessario per la rilevazione di quanto sopra è di circa 5 minuti." La frase successiva, è nuovamente evidenziata in grassetto: "La macchina utilizzata non ha emissioni di alcun genere (e quali mai dovrebbe avere? Magari l'avranno acquistata di seconda mano al mercatino dell'usato, o taroccata a quello della Piazzola) e la sua azione può essere paragonata a quella di una macchina fotografica (per forza, anche perchè di quello si tratterà, nella migliore delle ipotesi!); 3) nel corso dello stesso appuntamento, verrà proposto a ciascun partecipante, in presenza di personale specializzato, di rispondere a tre questionari (addirittura!): uno per la rilevazione dello stato psicologico (POMS) e due per la valutazione dello stato di salute percepito (EQ-5D e SF-36, chissà cosa vorranno mai dire tutte queste strane sigle, o forse saranno soltanto fumo negli occhi, probabile!). Il tempo necessario per la somministrazione dei questionari (ai miei tempi si somministravano soprattutto pillole e supposte, adesso è tutta una somministrazione, ah, questi insulsi neologismi moderni!), è di circa 15 minuti (devono essere veramente difficili tali questionari, se ti danno così poco tempo, 5 minuti cadauno!). - La informiamo che la partecipazione allo studio non comporta alcun rischio (se non quello di farsi menare per il NASO!) e che può ritirarsi dallo studio in ogni momento senza dover dare alcuna spiegazione (lapalissiano). - La informiamo inoltre che i suoi dati personali .... (e via con le trite frasi di rito riguardo alla privacy)". Giungiamo alla conclusione: "I risultati dello studio potranno essere oggetto di pubblicazione (immagino quale grande interesse!), ma i dati saranno in forma anonima e la sua identità sarà sempre segreta (i cosiddetti segreti di Pulcinella). Se è interessato (?), alla fine della sperimentazione, Le saranno comunicati i risultati dello studio in generale, ed in particolare di quelli che la riguardano (sic!). - Il protocollo sperimentale è stato redatto in conformità ... (e via sproloquiando, come da prassi) - Per ogni ulteriore informazione e comunicazione durante lo studio, può contattare: Sig.ra Simona Cappelletti (segue numero telefonico) - La informiamo che la contatteremo a breve al suo numero telefonico disponibile sulle Pagine Bianche (non sono nell'elenco!) o sull'Anagrafe Sanitaria ('azz!), per chiederle conferma della sua collaborazione (qual'ora lo facessero, nel mio caso, li manderei senz'altro a farseli loro, dei gran fotoni, sì da fargli passare la voglia di rompere i neuroni alla gente!)." E adesso viene il bello: "Nel caso non desideri essere contattato telefonicamente, la preghiamo di comunicarcelo al numero 051...., dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 15 (a questo punto, dico, non solo vengo inserito non certo per mio volere nell'elenco dei possibili partecipanti ad una sperimentazione, a dir poco, di dubbia utilità, ma dovrei essere casomai io a telefonare, sprecando scatti ed ingrassando il gestore di turno, ad un numero fisso e nemmeno ad un numero verde gratuito, almeno per un minimo di decenza, ma che bei pidocchiosi, qualora volessi disdire! Ma costoro, ci sono o ci fanno, o tutt'e due?). In attesa di sentirla al più presto (come no!)... firmato: Dottor Gioacchino Pagliaro, Direttore UOC... (ecco, bruciamolo codesto Pagliaro, facciamogli fare la stessa fine del Vecchione, anzi, usiamolo al suo posto la notte di San Silvestro, non lo definisco un somaro, soltanto perchè non voglio offendere questa nobilissima specie animale!)" Banalissimo pensiero? Cui prodest? A chi giova? Ennesimo spreco di soldi pubblici da parte di un sistema sanitario regionale sempre più allo sbando? Per caso, l'essere tirocinante retribuito, per tramite del CSM, dall'AUSL, implica pure il venire eventualmente coinvolto come cavia in bizzarri esperimenti (mi sento come il protagonista del "Wozzeck" di Alban Berg, un miserabile soldato martirizzato, per 2 soldi, come cavia dal medico militare), non bastasse la paga da fame (2,50 euro l'ora)? E già, poichè, stranamente, il nome della dottoressa Simona Cappelletti del Bellaria, io l'avevo già visto in un manifesto affisso all'ingresso della sede legale di Agriverde, presso San Lazzaro. Il manifesto era relativo ad un corso di auto-aiuto, ed il nome di costei, vi compariva come consulente, assieme a quello di un certo, mefitico, dottor Filippi, uno dei peggiori soloni nei quali mi sia mai imbattuto nella mia sgangherata esistenza, me ne sciroppai gli assurdi sproloqui, al corso d'ortoterapia tenutosi la scorsa primavera al palazzino di Villa Ghigi. Lavoro troppo di fantasia? Sarà, ma a me questa cosa m'appare comunque uno squallidissimo campionario di corbellerie, ad opera di uno sguaiato manipolo di parassiteggianti onanisti in camice bianco, che dovranno pur in qualche modo giustificare i loro cospicui ed immeritati emolumenti, nevvero? La mia glande, ops, grande (si fa per dire!) esperienza di vita, mi ha portato più volte alla scontatissima conclusione che i confini fra scienza e scemenza, si siano fatti progressivamente sempre più labili. Anni fa, credo a Milano, venne condotta una "seria"(?) ricerca sc...ssc...scientifica (come direbbe Peppe er Pantera, il pugile suonato interpretato da Vittorio Gassmann ne "I soliti ignoti" di Mario Monicelli), coinvolgendo un certo numero di giovani studenti, per fargli visionare dei filmati pornografici, con degli elettrodi collegati ai genitali (in caso di eiaculazioni, sai che cortocircuiti!), al fine di studiarne le reazioni, eh già, chissà mai quali potrebbero essere, converrete anche voi, no? Quel che si dice, mi si passi il francesismo, un'autentica sperimentazione del cazzo e tutto questo con tanto di finanziamenti pubblici, come da prassi! Durante il servizio di leva (purtroppo ai miei tempi era ancora obbligatoria), che feci fra l'83 e l'84, all'interno dei cessi delle varie caserme in cui capitai, erano presenti dei capienti contenitori di plastica dai quali, semprechè tu ci pisciassi dentro, cosa che istintivamente non ho mai fatto, una volta raccolta l'urina, ne sarebbe stato ricavato un principio attivo per debellare il cancro, così recitava la targhetta cartacea appostagli in evidenza. Ce ne sarebbe di che scompisciarsi, veramente una faccenda meritevole di una minzione (non è un refuso) speciale, anche in questo caso, si stenda pure un pietosissimo velo! Un giorno di diversi anni fa, nella tarda mattinata, accendendo casualmente la radio, udii una voce femminile annunciare enfaticamente l'argomento del giorno della trasmissione "Radiotre scienza": "La cacca!" (ohibò, drizziamo le orecchie, sogno o son desto?) ed i temi popòsti, ops, proposti, con tanto di esperti in studio, erano i seguenti: "La cacca da bambino/la cacca da adulto, la cacca da giovane/la cacca da anziano, la cacca da nobile/la cacca da popolano, la cacca da ricco/la cacca da povero, la cacca da uomo/la cacca da animale". Esterrefatto, penso trattarsi di una parodia, di uno scherzo (rimembrando certi ameni programmi del remoto passato del compianto duo Italo Terzoli e Franco Vaime o dell'altrettanto compianto Luciano Salce), ma a fugare i miei dubbi, ci pensa la stessa conduttrice che, nel bel mezzo di cotali dottissime disquisizioni, ad un certo punto, irrompe con voce piagnucolosa, proferendo: "Scusate, non capisco proprio il perchè, ma stiamo ricevendo una valanga di sms pieni d'insulti, da parte dei radioascoltatori". In quel momento, con sommo raccapriccio, realizzo che, purtroppo, non di scherzo o parodia si trattava, ma, ahimè, di tristissima, squallidissima, realtà, quel che si direbbe, mi si passi un'altro francesismo, un'autentica trasmissione di merda di un anale, ops, canale radiofonico di servizio (igienico)! Ma a proposito di "balle (ma grosse così!) spaziali", qualcuno si ricorda ancora di quando, non più di un paio di lustri fa, si affermava che la causa dell'allargamento (!) del buco (!!!) dell'ozano, ops, ozono, era dovuta agli escrementi ed alle flatulenze delle vacche? Il buco dell'ozono è stato a lungo un tormentone, però attualmente, che strano, mi sembra, non se ne parli praticamente più, o per caso mi sono rimbambito? "Ma che aspettate a battere le mani / sono arrivati i re dei ciarlatani!", chissà come mai, questo garrulo motivetto che accompagnava gli spettacoli teatrali di Dario Fo, remotissimamente trasmessi in televisione, mi ronza insistentemente, in questo istante, nella testa! A questo punto, io mi sento più che un uomo scoraggiato, un uomo scoreggiato!     

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