giovedì 8 marzo 2018

Gettato alle ortiche.

E' la costante sensazione che mi attanaglia, ovunque mi trovi, non c'è scampo alcuno. Purtroppo, tutte quelle che mi vengono riconosciute come qualità, alla fine mi vengono rivoltate contro, è dura da digerire, so benissimo che è la norma, però, in questo periodo, i nodi stanno venendo al pettine come non mai. Banditi sentimenti ed emozioni nell'impossibilità totale di relazioni interpersonali che siano minimamente degne di nota, tutto sembra spingerti inevitabilmente al suicidio, avviluppato in un grigiore esistenziale esponenzialmente crescente, che non ti dà requie, in un contesto che t'isola e ti emargina in infinitesimi modi. Il mio senso dell'ironia, principale mia arma di difesa, mai come adesso è costantemente messo a durissima prova, essendo pure un'arma a doppio taglio, poichè contribuisce a tagliarmi fuori, in un consesso d'immusoniti quale quello presente, inoltre aggiungiamoci la colpa di avere una personalità decisamente marcata e la frittata è bella che fatta! Non parliamo poi della colpa di essere povero, del fatto che la maggior parte delle figure femminili nelle quali ho avuto la somma disgrazia d'imbattermi, appartengono prevalentemente ad un paio di categorie: la piattola e la carogna, ovvero si ronza intorno al sottoscritto, unicamente per rompergliele e/o rovinargli l'esistenza, ed anche il mio aspetto fisico, tutt'altro che disprezzabile, bando alle false modestie, mi è stato rivoltato contro, non so quante volte mi hanno fatto sentire peggio del brutto anatroccolo, se non addirittura brutto, sporco, cattivo, stessa cosa per il mio modo d'essere e di vestirmi, va da sè! E l'unica soluzione propostati, la medicina che ti fa vedere le cose meno negative di quel che però sono in realtà, così ti stordisci e non rompi le scatole, naturalmente! Cerco di consolarmi pensando che il fatto di essere stato oggetto di tanta cattiveria gratuita, possa essere in realtà sinonimo di malcelata invidia nei miei confronti, purtuttavia, sta diventando un peso eccessivo il tirare a campare in simili condizioni, è intollerabile trovarsi costantemente al palo ed il fatto di non essere comunque l'unico, non mi è di alcuna consolazione, mi sento perennemente un pesce fuor d'acqua, l'uomo più sbagliato nel posto più sbagliato, troppe docce fredde negli ultimi tempi e mai un raggio di sole nella mia sempre più tetra e disperata esistenza, in una città che mi diventa ogni giorno di più estranea, un lugubre cimitero, autentico carcere dell'anima, sognando fughe impossibili ed altrettanto improbabili trasfigurazioni, attanagliato se non addirittura soverchiato da questa diffusa, straziante, dilaniante povertà d'animo, in totale solitudine, in moto ostinato e contrario... fino alla prossima tranvata, naturalmente!

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