giovedì 3 settembre 2015

La concubina.

(Segue) In questa insulsa corte dei miracoli del "ministro laido", personaggio di "spicco" (si fa per dire!) è senz'altro la sua "concubina" polacca, badante e donna delle pulizie cinquantenne, con la quale il nostro intrattiene uno stranissimo rapporto (ma tutto ciò che ruota intorno a quest'omuncolo ha un che di strano, sfuggente ed ambiguo), sinceramente non ben classificabile. Costei, ad un'analisi superficiale, sembra una soggetta estroversa, volitiva e sicura di sè, ma scavando in profondità si rivela essere la tipica donnetta di mezz'età infelicemente maritata, psicologicamente fragile, frigida, sessualmente repressa, complessata e frustrata, che affoga tutte le sue paturnie nell'alcool e nel fumo (solo che quando alza il gomito, tende ad assumere atteggiamenti provocanti da smorfiosa, al punto tale che causano facilmente immaginabili fraintendimenti nelle persone). I 2 si conobbero anni addietro, quando lui cercava una badante per l'anziana madre malata, attualmente defunta. Fra questa donna e l'omuncolo, anche lui infelicemente ammogliato (una volta una signora mi disse che, se un uomo sposato, si alza presto tutte le mattine per farsi la sua corsetta, allora significa che con la moglie non ha più alcun rapporto, poichè se fosse il contrario, di certo non avrebbe nè tempo nè tanto meno energie per aver voglia di mettersi a correre al mattino, cosa che, all'opposto, l'omuncolo fa persino con pedantesca regolarità; perciò esimi uomini sposati, ma andatevene tutti a fa' footing!), per quello che ho potuto personalmente constatare, si è venuto col tempo a creare un bizzarro rapporto, sembra tutto un vorrei e non vorrei, un vorrei ma non posso, forse c'è di mezzo la morale cattolica, la presunta sacralità ed inviolabilità dell'istituzione familiare, il voler salvare ipocritamente la facciata, o chissà cos'altro, fatto sta che costoro sembrerebbero restare eternamente a metà del guado, anche se una volta, in mia presenza, sono sembrati atteggiarsi a giovani fidanzatini in fregola, stringendosi ed abbracciandosi ripetutamente (mi domando se lo stessero facendo a bella posta per il sottoscritto), facendomi sentire una sorta di reggimoccolo. La concubina, inoltre, sembrerebbe anche un poco gelosa di una certa parrocchiana di un'altra chiesa vicina, con la quale, a suo dire, l'omuncolo s'intratterrebbe, in casa di quest'ultima, spesso e volentieri (ma cosa mai gliene dovrebbe importare, visto che non sono sposati, o no?). In questo caso però, francamente, non è molto chiaro se non si tratti in realtà, di una serie di fantasie malate, frutto probabile dei postumi di qualche sbornia (sbornie che, come già detto, spesso la inducono ad assumere atteggiamenti a dir poco provocanti da smorfiosa, verso gli altri). Insomma, questa coppia di non meglio definibili "adulteri adulterati", sembra affondare inesorabilmente in una marea di cose dette e non dette, proposizioni indefinite, incertezze psicologiche, dubbiosità ancestrali, da farti venire decisamente il mal di mare, anche limitandosi ad un sommario esame. Trattasi di un qualcosa di ridicolmente, grottescamente spiazzante, che alla fine non è nè carne nè pesce, anzi, mi sembra che, anche nell'ambito di un'ottica naturalmente negativa, i soggetti in questione manchino di una loro qualsivoglia, anche se pur discutibile, forma di dignità, stante la loro incapacità intrinseca di venirsene ambedue apertamente allo scoperto, sfidando le convenzioni sociali, privi come sono del coraggio necessario per perseguire nettamente e fermamente, ad ogni costo, uno scopo ben delineato, per quanto esecrabile possa risultare, finendo col mentire a sè stessi e fra di loro, oltre che agli altri, condannandosi perciò stesso a ciampicare eternamente in un limbo limaccioso di velleità affettive inespresse, monche. Una sorta d'ignavia sentimentale, sterile e foriera di continua infelicità frustrante, un'amorosità anaffettiva e distruttiva, un legame autocensurantesi. Un melodramma dell'inespresso, oppure una telenovela del m'ama non m'ama? O non piuttosto, come direbbe, con sintesi cartesiana, il ragioniere Ugo Fantozzi, perdonatemi il francesismo, una boiata pazzesca? Certo è che, obiettivamente, i dubbi di aver preso un colossale granchio, a tratti mi attanagliano, poichè, se avessi visto giusto, dovrei dedurne che questa sciapa coppietta di smunti adulterini, sia costituita da un paio dei più colossali babbei che si siano mai visti sulla faccia della terra, dalle origini fino ai giorni nostri! Mi riesce persino incredibile pensare che questi 2 smaccatissimi esempi umani della più scombiccherata demenzialità da cerebrolesi (più che amanti lascivi, mi sembrano dei gran lassativi), si possano far ricattare per un legame che alla fine esiste più nelle loro menti malsane che in concreto (o forse mi sfugge qualcosa?), sia dai rispettivi familiari che da un gruppuscolo di squinternati dementi da strapazzo (dei quali l'omuncolo copre beninteso malefatte e ruberie all'interno della parrocchia, naturalmente, cosa che gli fa guadagnare, agli occhi del sottoscritto, l'appellativo di "Al Cappone", sia in virtù dell'atteggiamento assunto nei confronti della "concubina", più da cappone che da galletto, sia per questi criminali da strapazzo, trucidi da discarica, dei quali parrebbe "amare" circondarsi), che gli gravitano intorno, facendosi letteralmente spremere come limoni su ambo i fronti. Se a ciò si aggiunge che questo sbrindellato drappello di squinternati in fregola, in ossequio al nostro individualismo più spinto, anzichè operare di concerto, vanno ognuno per i cavoli propri, per giunta facendosi le scarpe gli uni con gli altri, al confronto persino la "Banda Bassotti" ci fa la sua porca figura di integerrimi professionisti del crimine organizzato! Roba da far persino invidia alla più folle e delirante delle "screwball-comedy" statunitensi! Certo è che se non ci fosse di mezzo veramente alcun ricatto di sorta (o magari ci fosse effettivamente, ma per ben altri motivi), comunque "Al Cappone" ci farebbe una ben magra figura, a farsi tenere in pugno da simili individui, risultando comunque un colossale smidollato, anzi, se possibile ancora di più! Ci sarebbe proprio di che scompisciarsi dalle risate, se non fosse per il fatto che il sottoscritto, ossia "l'incarico basilare", debba lasciarci le penne per tutto ciò! Ma adesso, ovvero nel prossimo capitolo di questa tristemente sgangherata vicenda, andiamo ad esaminare singolarmente, questi campioni del crimine organizzato, ovvero conosciamo più da vicino i "membri" (nel senso proprio di "teste di cazzo") della temibilissima (?) banda di "Al Cappone" (continua, purtroppo, anche se sarebbe decisamente meglio il contrario).

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