Verso la fine del mese scorso, di prima mattina, sostavo in una piazzetta del centro storico, in attesa. Ad un certo punto, dalla finestra di un edificio sita in alto, una mano anonima lancia una fetta di pane che cade sulla piccola piazza. Dopo qualche istante, vi si fionda un gruppetto di piccioni. Uno di questi viene investito in pieno da un'auto di passaggio. Le sue interiora schizzano a pochi passi da dove mi trovavo. La povera bestiola, ancora cosciente, tiene per qualche istante il capo eretto, mentre i suoi compagni di merende volano via terrorizzati, salvo uno che continua a vagare nei paraggi, chiaramente interessato unicamente alla fetta di pane. Pochi attimi dopo, vedo la testa del volatile morente, afflosciarsi al suolo. Successivamente, arrivano quelli della nettezza urbana, a ripulire il tutto. D'accordo, in fondo trattavasi soltanto di uno stupido uccello, ma, da quel giorno, quell'immagine mi è rimasta impressa indelebilmente nella memoria, anch'io mi sono sentito come quel piccione sfortunato, non nego d'invidiarlo, per certi versi, pensando che, almeno per lui, le sue pene terrene, dovrebbero essere finite, o così almeno dovrebbe essere. Quanto vorrei anch'io poter cadere in letargo come gli orsi, risvegliandomi non prima dell'inizio della primavera, lasciandomi automaticamente alle spalle l'ingrata stagione invernale, anzichè arrabattarmi assurdamente, un giorno dietro l'altro, procedendo sempre più stancamente controvoglia, col mio fardello dolente di disillusioni. Secondo Nietzsche, ne "L'Anticristo", l'uomo dovrebbe liberarsi dal giogo delle religioni istituzionalizzate e ritrovare la manifestazione del divino, nel contatto con la natura. Anche secondo il compositore Lèos Janàcek, di origini morave, come dimostrato da diversi suoi lavori teatrali, la natura rappresentava la sola forza che da un senso alla vita, che continua imperturbabile nel suo ciclo eterno di nascita e di morte, in barba alle complicazioni nelle quali gli umani regolarmente si vanno ad impantanare. Io, più che andare a cercarvi assai improbabili manifestazioni divine, parlerei di trascendenza, dimensione che conduce al superamento dei propri limiti intrinseci, delle proprie miserie, attraverso il raggiungimento di un livello di consapevolezza superiore. Ma temo che, purtroppo, avendo noi omuncoli, per biechi scopi, irrimediabilmente corrotto la natura, anzi continuando a farlo tuttora pervicacemente, minandone i suoi peculiari meccanismi alla base, sia divenuto impossibile cercare il trascendente in quell'ambito, l'unica strada percorribile resterebbe forse quella dell'arte e della cultura, "poichè fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza", però anche in quel caso la vedo nera, troppe le insidie, troppi i segnali preoccupanti di un irreversibile degrado. Certamente, questa dimensione superiore, è inutilmente vacuo ambirvi, trovandoci prevalentemente e fatalmente siti in quelle orride foreste pietrificate costituite dai cosiddetti centri abitati, grandi o piccoli non importa, veri luoghi di totale alienazione collettiva, così voluti dal potere vigente, autentici e terrificanti mattatoi dell'anima, dormitori dello spirito, sempre più, in realtà, disabitati, vissuti, rivelandosi la negazione di qualsivoglia parvenza, anche larvata, di relazione umana, in un'atmosfera generale di uno squallore straziante ed infinito (e per tutto questo, stupidamente, siamo pure disposti a pagare fior di tasse e di gabelle, pur di rimanervi avvinghiati!). Mi viene sempre da sorridere, quando vedo contrapporre l' "avanzata" civiltà occidentale, alla ferocia primitiva dell'integralismo islamico: sono, in realtà, due facce della stessa medaglia, speculari, complementari l'una all'altra, proiezione l'una dell'altra, come, per esempio, il cattolicesimo cristiano ed il satanismo, ovvero l'eterna storia di Faust e Mefistofele. La costante è rappresentata da un'unica barbarie di fondo. Forse la differenza sta nel fatto che quella dell'occidente è prevalentemente psicologica (infatti alcuno ti torce un capello, apparentemente, venendo piuttosto progressivamente isolato, emarginato, escluso, cancellato dal contesto ufficiale, in maniera subdola, non dichiarata, vigliaccamente ipocrita, sei condannato sadicamente ad una lentissima, estenuante, deflagrante agonia), mentre quella degli integralisti islamici è, al contrario, prevalentemente fisica, verrebbe persino da pensare, in un certo senso, paradossalmente più onesta, poichè la componente fisica la rende più esplicitamente dichiarata ovvero più individuabile all'opinione pubblica, mentre quella occidentale è invisibile, sfuggente, inclassificabile, strisciante, onnipresente, però esiste indubitabilmente ed è altrettanto, se non addirittura, persino più devastante. Questo occidente così civilizzato, generoso nel creare bisogni artificiali ed altrettanto bravo a dispensare miseria e disuguaglianze sociali! Anche la parola "comunicare", con la quale ci si riempie scioccamente la bocca, è divenuta in realtà, il sinonimo del suo contrario. A cosa mi serve avere il telefono e/o il cellulare? Solo per essere tediati da imbonitori e seccatori, o per ricevere messaggi pubblicitari? La casella di posta elettronica? Soltanto per essere quotidianamente sommersi da una valanga di spam e scempiaggini assortite? E la posta normale, serve solo a ricevere pubblicità condominiale e non, in aggiunta a tasse e bollette da pagare, quando va bene? I cosiddetti social-network su internet, a cosa si riducono, se non, nella migliore delle ipotesi, a vacui trastulli, volendo usare un gentilissimo e pietosissimo eufemismo? E' questo che vogliamo contrapporre alla barbarie islamica? Ma fatemi il piacere!
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