Nel novembre del 2009, uscì un libro intitolato "Fuori orario", scritto dal giornalista Claudio Gatti e pubblicato dalla coraggiosa casa editrice "Chiare Lettere", efficace e documentata disamina del dissesto del sistema ferroviario nostrano, che ottenne recensioni favorevoli anche sulle riviste specializzate come "Mondo Ferroviario" (l'autore della suddetta, entusiastica recensione era Claudio Pedrazzini, nome noto agli appassionati di argomenti ferroviari, se la memoria non m'inganna). Orbene, poichè questa pubblicazione chiamava in causa pesantemente anche l'attuale amministratore delegato di Trenitalia, il riminese Mauro Moretti, in carica dal 2006, ecco che, il mese scorso, cioè a febbraio, sulla prima pagina del quotidiano "L'Unità", compare una lettera aperta di Trenitalia, dalla quale si evince che, nel frattempo autore ed editore sono stati citati in giudizio, costringendoli alla fine a ritrattare in particolare tutte le accuse mosse allo stesso Moretti, inducendoli inoltre a dichiarare che i fatti contestati nelle pagine del libro sarebbero antecedenti alla gestione dell'attuale amministratore delegato, che quindi risulterebbe candido come un giglio, come prevedibile in un paese immorale come il nostro, dove la cosiddetta giustizia si cala regolarmente le braghe di fronte al pezzo grosso di turno. Mah! Nella stessa lettera segue ovviamente un proclama, tipico di queste situazioni, in cui si afferma che Trenitalia, oltre ad avere un bilancio costantemente in attivo, avrebbe conseguito notevoli progressi nell'ambito della manutenzione, pulizia ed efficienza dell'intero sistema ferroviario nazionale, spacciandosi per l'ennesima volta come autentico fiore all'occhiello del paese. Tutto assolutamente nella norma! Dopotutto, nello stesso libro, che personalmente, augurandomi di non essere l'unico, continuo a ritenere validissimo e attendibilissimo in barba a simili e scontati esiti processuali, si afferma profeticamente che, Mauro Moretti, non è persona che tolleri essere messa minimamente in discussione, a torto o a ragione e direi proprio che l'esito finale (?) di questa vicenda lo dimostri ampiamente! Insomma il suo è proprio un comportamento degno di un 'piccolo duce', visto che poi, guarda caso, fra Rimini, sua città natale e una certa Predappio, non c'è poi molta distanza, almeno in linea d'aria. Purtroppo, da parecchio tempo, soprattutto per motivi di indigenza, non viaggio più in treno, poichè mi piacerebbe proprio poter verificare di persona, quale sia l'effettivo stato delle cose riguardo a questa benedetta rete ferroviaria, se sia cioè realistico l'idilliaco quadro dipinto per l'ennesima occasione da Trenitalia e Moretti, così come poter raccogliere eventuali teestimonianze di altri viaggiatori e ferrovieri, purtuttavia abitando negli immediati paraggi del nodo ferroviario più importante d'Italia, ovvero la stazione di Bologna Centrale, dal balcone di casa mia mi sembra di scorgere qualche incongruenza. Con la costruzione della stazione sotterranea dell'Alta Velocità, "terminata" (?) con parecchi anni di ritardo e relativa inaugurazione 'parziale' come da consuetudine (oltretutto creando enormi disagi ai residenti ed esercenti di via Carracci, con relativa congestione del traffico essendo la strada adiacente ai cantieri dei lavori, distruzione di falde acquifere come d'abitudine in simili frangenti, con relativo corollario di polemiche e conseguente riduzione dei binari di stazione in superficie dagli originari 17 agli attuali 10, essendo ora i restanti 7 situati nella nuova stazione sotterranea per l'alta velocità) i treni veloci non avrebbero dovuto liberare definitivamente i binari di superficie, a tutto vantaggio degli altri convogli? E allora come mai io noto chiaramente, stando sul balcone di casa, gli Etr 600 "Freccia Argento" e gli AGV "Italo", attestarsi a tutt'oggi sui binari di superficie? Non sono anch'essi treni ad alta velocità? La mia è un'osservazione idiota? In tal caso gradirei enormemente che qualcuno più competente di me in materia, me lo facesse sapere. Riguardo all'autore del libro incriminato (se penso che posseggo anche il famoso libro di Camilla Cederna su Giovanni Leone, che anch'esso per me continua a restare degnissimo di fede, la mia biblioteca personale comincia sempre più ad assumere un carattere eversivo), Claudio Gatti, residente da tempo negli Stati Uniti, lui stesso afferma nel libro che proprio il fatto di risiedere all'estero, gli fa avvertire gli endemici mali dei quali soffre il nostro paese, con ancor maggior chiarezza e non gli si può certo dar torto! Per quel che mi riguarda, da semplice comune mortale, non posso che esprimere la mia totale solidarietà all'autore ed alla casa editrice, considerando questa vicenda come un ulteriore brutto sintomo di recrudescenza di questo clima generale di oscurantismo e di soppressione di ogni forma di dissenso. Del resto come potevano un semplice giornalista e un piccolo editore non essere travolti dal cospicuo apparato legale della "corazzata" Moretti/Trenitalia? Troppo facile, in un sistema di potere perverso, debole con i forti e forte con i deboli, non ci vuole molto a capirlo! Anche il 'piccolo duce' Mauro Moretti contribuisce a farmi vergognare ancora di più di essere nativo di questa regione, l'Emilia-Romagna, perfetto! Sembrerebbe proprio che abbiamo perduto definitivamente ogni sia pur vaga capacità d'indignarci e questo vale per qualsiasi cosa! Ma ora mi rivolgo a voi, utenti abituali e saltuari, ferrovieri e compagnia bella, riformulandovi la mia banalissima domanda iniziale: tutto va bene, madama la marchesa? Perchè se è proprio così, sono pronto a prostrarmi al 'piccolo duce', cospargendomi il capo di cenere, ma stante i precedenti, ne dubito assai! Ad ogni buon conto, mi dichiaro pubblicamente predisposto ad una simile evenienza!!! / "Strada facendo" era il titolo di una bella trasmissione di varia umanità ed attualità che andava in onda anni fa, credo al mattino, su Radiouno, se non mi sbaglio, la cui sigla era costituita da una canzone portante il medesimo titolo ed è per questo motivo che ho voluto apporre il medesimo titolo a questo mio nuovo, ulteriore blog. Sinceramente, poichè al momento attuale, le uniche reti radiofoniche che seguo regolarmente sono Radiotre e Radiofd5, ignoro se la suddetta trasmissione vada ancora in onda. Per quanto concerne il sottotitolo, invece, c'è un rimando ad una vecchia pubblicità televisiva dei tempi di "Carosello", quella dell'amaro al carciofo Cynar, che si avvaleva dell'attore Ernesto Calindri, col celebre slogan che recitava, come frase finale: "Contro il logorio della vita moderna".
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