sabato 27 settembre 2014

La (plus que) lente.

C'è chi mi dice che la mia visione pessimistica, sia dovuta a una mia lente d'ingrandimento deformante interiore, che altererebbe la mia percezione della realtà, facendomela vedere più fosca del dovuto, mah! Prima banalissima constatazione, questa persona non soffre delle mie difficoltà economiche, strana coincidenza, od anche questo è colpa della mia lente? Seconda stupidissima constatazione, mi dice pure che sono troppo attaccato al denaro, però qualora volessi praticare un'attività artistica a livello amatoriale, come fa lui, mi informa che occorre, persino in questo caso, pagare una tassa d'iscrizione, insomma senza soldi non si combina un tubo, lo stesso vale per qualsivoglia attività sportiva, ma forse è solo questa dannata lente che mi conduce a tale conclusione. Diversi mi dicono che ho un aspetto da personaggio dello spettacolo, che avrei una "faccia da palco" (vi prego, non fate i maligni!), ma, ammesso e non concesso che ciò sia vero, che non corrisponda, come assai probabile, a una decisa presa per i fondelli, a questo punto sorge spontanea la banalissima domanda: che cavolo ci sto a fare qui, in questa landa desolata, a farmi menare il naso come un idiota, da cani e porci? Qui il conto non torna, qualcosa non quadra, allora! Perchè devo continuamente vergognarmi di essere nato qui a Bologna? E dove dovrei andare? Non in quel posto, spero! E' la lente, non c'è pezza, è la lente che mi fa farneticare a ruota libera! E' lei la colpevole di tutto quanto! E' sempre lei che mi rende inaccettabile vivere in un contesto sempre più aberrante, di solitudine sconfinata, d'incultura, d'indeterminatezza assoluta, di menefreghismo totale, di disumanità e buonismo dilaganti, di totale mancanza di rispetto reciproco, una continua violenza psicologica all'insegna dell'umiliazione più perfida, vigliacca, sottile, strisciante (qui ti uccidono anche col sorriso e i modi gentili ed amichevoli), è lei, è lei, sì, sì! O no? Sono io forse? E' la lente che mi fa sentire sempre più marginalizzato, impossibilitato ad esprimere le mie, per quanto minime, potenzialità, ma pur sempre di potenzialità inespresse si tratta, è proprio così? So di non essere l'unico a sentirmi in tali condizioni, non per niente qui da noi, la fuga di cervelli è maggiore che altrove, il lavoro viene concepito dalla massa unicamente nel senso manuale, quello intellettuale non esiste proprio, quindi siamo sempre nella norma, purtroppo! Ah, accidenti a questa maledettissima lente!

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