domenica 9 agosto 2015

In rotta di collisione?

L'ennesimo precipitare della mia situazione personale oltrechè, diciamo così, lavorativa (per comodità di definizione), oltre a costituire una snervante altalena (ma dovrei dire piuttosto un sismogramma impazzito), mi induce sempre più a riflettere sull'assurdità della mia situazione, sul non senso totale da cui risulta avviluppata inestricabilmente. Mi chiedo inutilmente che cosa ho fatto di male per ritrovarmi in un contesto ambientale talmente degradato da risultare assai peggiore di un immenso manicomio criminale, a dir poco, dove la cattiveria che ti viene sciorinata addosso a piene mani, ha un andamento talmente illogico e scombussolato, da risultare soverchiamente spiazzante, in un vuoto siderale perenne, dove ogni parvenza di relazione umana, sembra sia stata bandita per legge, sostituita da una nevrastenia dilagante. Mi danno l'anima per un pugno di mosche, subisco assurde angherie, per un qualcosa per cui non vale, in realtà, la ben che minima pena, avendo soltanto la certezza di essere gettato alle ortiche, sprecato, finito, senza alcun rimedio. Quanto vorrei avere la mia torre d'avorio in cui poter sperabilmente trovare pace e svernare fino alla fine dei miei giorni! Non c'è giornata che sia minimamente priva di qualsivoglia contrarietà, anche la più piccola, è logorante sentirsi eternamente al palo, menati per il naso da cani e porci, inghiottire rospi a ripetizione e per cosa poi? Per continuare a condurre un'assurdamente straziante esistenza, oltretutto pagandola cara in tutti i sensi, priva della benchè minima gratificazione? Assai presuntuosamente, ritengo che, col cervello tutt'altro che disprezzabile che mi ritrovo, che l'aberrante contesto mi fa avvertire sempre più immenso (e perciò stesso dannosamente pericoloso), dovrei poter agevolmente camminare sulle mie gambe, anzichè patire soprusi ed umiliazioni per delle briciole, quando va bene, ritrovandomi sempre più solo ed emarginato. So benissimo che così va il mondo, che non ci si può fare alcunchè e via discorrendo, eppure spesso mi sento proprio come il protagonista del film "Alba tragica" (Le jour se léve - 1939), di Marcel Carnè, interpretato da Jean Gabin, che qui fa la parte di un uomo mite indotto alfine a commettere un'omicidio da un individuo sadico e perverso. Ma penso anche, ancora di più, ad uno dei personaggi del film "Ken Park"(2003), di Larry Clark e Ed Lachmann, a quel ragazzino che, dopo aver ucciso gli odiosissimi nonni, con i quali è stato costretto ad andare ad abitare dopo la morte dei genitori, ha una poderosissima erezione, masturbandosi di gusto! Io dico che quando ci si sente troppo violentati dal contesto ambientale, si dovrebbe avere il sacrosanto diritto di uccidere, perchè, in questo caso, lo si fa per non essere uccisi a propria volta, che è la cosa a cui altrimenti sei destinato! E credo anch'io che, se potessi uccidere almeno il mio principale responsabile delle mie attuali pene, avrei una reazione non dissimile dal personaggio del film "Ken Park", ovvero un orgasmo cosmico! In un sistema disumano come il nostro, che è una continua istigazione a delinquere, dove il buonismo più deteriore ha completamente distrutto ogni parvenza di bontà, non c'è alternativa! Qualcuno potrà ritenere questi miei, deliri di una mente malata, al che io replico che, per quanto sgradevoli ed urticanti possano apparire, sono al contrario il frutto di un ragionamento estremamente ponderato, logica ed inevitabile conseguenza delle contingenze attuali, se non si è degli ipocriti (tanto per fare un altro esempio, affermare che le donne siano tutte mignotte, potrà dare fastidio ai filofemministi ed alle vetero-suffragette in fregola, ma, ahimè, è fin troppo facilissimamente verificabile - anche il sottoscritto ne sa ben qualcosa, ho pure esperienze recentissime -, i risultati di questo tipo di comportamento, di questa tristissima realtà, ce l'abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, purtroppo; è vero che anche gli uomini facciano schifo, ma per forza, essendo figli di queste donnette, è pur sempre una conseguenza inevitabile, direi)! Se sei un comune mortale, eterno sconfitto, oltretutto bisognoso e quindi ricattabile e vulnerabile, ti si spalanca il baratro, non c'è pezza! La troppa consapevolezza, uccide! Quanto vorrei essere capace di passare dalle parole ai fatti! Lo farò mai questo auspicabile salto di qualità, in un mondo dove i bastardi di ogni risma, la fanno sempre più da padroni? Ucciderò finalmente quel grandissimo farabutto, personaggio distruttivo e principale responsabile della mia attuale infelicità? O troverò la maniera di venirne fuori, senza dover ricorrere a gesti così estremi, ma al contempo, senza neanche rimetterci le penne, lasciandomi tutto questo laido squallore borghesemente perbenista, conformista e bigotto, finalmente alle spalle? Francamente, in questo istante, proprio non lo so! 

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